Natale di Roma, perché (e come) si festeggia il 21 aprile

Tra storia e leggenda, un racconto delle origini della Città Eterna e di come ancora oggi viene celebrata fra rievocazioni storiche, spettacoli e musei gratuiti.

Pubblicato: 18 Aprile 2025 09:00

Francesca Di Belardino

Giornalista specializzata in travel

Appassionata di scrittura e di racconto, la sua è un'innata curiosità per i luoghi meno battuti e lontani dai circuiti del turismo di massa. No alle foto opportunities, sì alle esperienze autentiche da vivere e raccontare.

Il 21 aprile a Roma non è una data come tutte le altre: è il “Natale di Roma”, il compleanno della città, che viene festeggiato con sfilate e ricorrenze che affascinano i turisti e rendono i residenti orgogliosi, ancora una volta, dell’unicità della loro città.

Quale altra città può infatti vantare un “Natale” festeggiato e conosciuto anche a livello nazionale?

Le origini di Roma

Come sappiamo, le origini della città di Roma si dividono nettamente fra storia e leggenda, anche se ci sono dei punti di contatto. La leggenda vuole che la città sia stata fondata dal primo Re di Roma, Romolo, dopo aver ucciso il fratello gemello Remo; la storia raccconta invece che Roma è nata per “sinecismo”, cioè per l’unificazione progressiva dei villaggi sparsi sui vari colli come Palatino, Campidoglio, Aventino. C’è però da segnalare che i ritrovamenti archeologici confermano alcune circostanze del mito: la prima cinta muraria, per esempio, oggetto del contendere fra Romolo e Remo, risale effettivamente all’VIII secolo, come leggenda racconta.

Roma non è stata costruita in un giorno, recita un antico detto ed in effetti è proprio così: si è trattato di un lungo processo e non di una fondazione in una data precisa. Avere però una data di riferimento è una tentazione troppo forte per gli storici ed infatti è stato l’autore latino Marco Terenzio Varrone, nel I se a.C, a fissare al 21 aprile 753 la nascita di Roma, a sua volta ispirandosi alle ricerche di un altro studioso, un astrologo, Lucio Taruzio Firmano.

Il processo che portò Varrone a fissare il 21 aprile (che nel calendario pre-giuliano, il cosiddetto calendario romano arcaico o repubblicano, corrispondeva al XI giorno prima delle Calende di Maggio) come data di fondazione di Roma ha delle basi religiose ma anche “scientifiche”, oltre che astrologiche: questo convinse i romani ad accettare la data come autentica nel giro di alcuni decenni e a smettere di identificare gli anni in base al nome dei consoli in carica, inziando invece a contarli “ab urbe condita”, quindi dalla data di fondazione.

Perché il 21 aprile è il Natale di Roma

Dietro alla data del 21 aprile ci sono tre tipi di motivazioni, molto importanti all’epoca di Varrone:

Storia e leggenda si intrecciano nel mito di Roma

Il simbolo di Roma è una lupa che allatta due gemellini: questa immagine viene da un mito, formato da diverse leggende e definito in età augustea. Romolo e Remo, i due gemelli, sarebbero stati figli del dio Marte e di Rea Silvia, a sua volta figlia del re di Alba Longa, Numitore. Il trono di Alba Longa era stato usurpato dal fratello di Numitore, Amulio, il quale, venuto a sapere della nascita dei due gemelli, ordinò che fossero uccisi. Il servo incaricato di uccidere i bambini però non ne avrebbe avuto il coraggio e invece di sopprimerli li affidò alle acque del Tevere, adagiati in una cesta. La cesta si fermò proprio nella zona in cui sarebbe sorta Roma e Romolo e Remo si salvarono perchè allattati da una lupa e poi adottati da un pastore.

Nell’anno 753, diventati adulti, uccisero Amulio, restituirono il trono di Alba Longa a Numitore e decisero di fondare una città nel luogo dove erano cresciuti. Quella fondazione però doveva essere segnata dal sangue.

La leggenda narra infatti che Romolo e Remo, in competizione per diventare sovrani della città che dveva ancora nascere, si posizionassero su due colli poco distanti, Romolo sul Palatino e Remo sull’Aventino, in attesa che gli dei mandassero un presagio. Remo avvistò sei avvoltoi, suo fratello dodici: a quanto pare gli dei avevano scelto Romolo, che fondò la città sul colle del Palatino, tracciando il perimetro delle mura, e la chiamò Roma dal suo nome.

Remo però non accettò il risultato di questa disputa e quando Romolo tracciò il confine della città, il sacro “pomerium”, ci saltò sopra in segno di scherno: a quel punto, secondo la versione più diffusa, Romolo lo uccise (o secondo altre versioni ordinò di ucciderlo) pronunciando la famosa frase: “Così perirà chiunque osi varcare le mura che ho costruito”

L’archeologia conferma il mito?

Alcune scoperte archeologiche hanno trovato elementi di riscontro del mito: tra gli anni ’80 e ’90 il famoso archeologo Andrea Carandini ha scavato proprio sul Palatino, dove secondo la tradizione Romolo avrebbe fondato Roma, trovando i resti di un muro di fortificazione (una specie di palizzata molto antica) che risale proprio attorno al 750 a.C.: esattamente il periodo indicato dalla leggenda.

Cosa significa tutto questo? Probabilmente che qualcosa di vero sotto il mito c’è: Roma fu davvero fondata in quel periodo, da comunità latine che si unirono, e che usarono riti molto solenni per sancire la nascita della città. Non c’erano magari Romolo e Remo in persona, ma capi tribali sì, e violente lotte per il potere (come la storia del fratricidio suggerisce). La leggenda di Romolo e Remo non è quindi vera parola per parola, ma racconta in forma epica eventi reali: una nascita difficile, una lotta per il comando, un’alleanza tra villaggi sul Palatino.

Il Natale di Roma oggi, come si festeggia

Ogni anno la città di Roma rende il 21 aprile una ricorrenza storica, folkloristica e culturale: gli eventi in città sono diversi e variegati, per romani e turisti.

Al Circo Massimo, il Gruppo Storico Romano animerà il “Natale di Roma 2025” con rievocazioni che si intrecceranno ai giorni di Pasqua. Il momento culminante sarà lo spettacolo “Roma Città del Fuoco”, dove si ripercorreranno eventi come l’incendio di Nerone e il rito della fondazione.

Già dal 19 aprile il Circo Massimo ospiterà anche mostre fotografiche, incontri con gli scrittori, concorsi, giochi gladiatori e attività didattiche. I festeggiamenti culmineranno con l’apertura gratuita dei Musei Civici di Roma Capitale il 21 aprile, per un’immersione totale nella storia e nell’arte della città eterna.

Celebrazioni sono previste anche a Piazza del Campidoglio: al Belvedere Caffarelli si celebrerà la romanità con spettacoli dedicati a Belli, Petrolini, Trilussa e ai grandi imperatori di Roma. Non mancheranno tributi a icone come Gabriella Ferri, con performance poetiche, musicali e teatrali.

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