Come comunica l’equipaggio di un aereo? Forse ve lo sarete già chiesti e la risposta non è affatto scontata. Tutto l’equipaggio, infatti, deve trasmettere e ricevere informazioni precise, chiare, veloci e inequivocabili.
Ecco che allora, i piloti che devono comunicare con gli assistenti di volo e la torre di controllo, devono farlo seguendo un linguaggio universale precisamente redatto per la loro categoria, un gergo comune che sono tenuti a conoscere per capirsi “al volo”.
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Come comunica l’equipaggio aereo
Durante una tratta sui cieli collaborano sempre diverse persone (sia nella torre di controllo, in terra, che in cielo, come piloti e hostess) che – anche grazie alla loro comunicazione – permettono a chi è a bordo di vivere la propria esperienza di viaggio nei migliori dei modi.
Si tratta di un linguaggio semplice, composto da parole veloci e tendenzialmente abbreviate che negli anni, e grazie all’esperienza, si è a modificato fino a diventare quello che è noto oggi agli addetti ai lavori. Ecco che dunque hanno un modo per comunicare una turbolenza e farlo sapere subito ai passeggeri oppure una sigla per identificare quello che sta succedendo tra le i sedili del velivolo.
Come abbiamo anticipato, si tratta di parole brevi, filtrate e pensate appositamente affinché il linguaggio resti “segreto”, ma assolva il suo compito: comunicare e intervenire nei casi di emergenza, anche per salvare vite.
L’istituzione di un linguaggio comune, infatti, è nato proprio a seguito di un disastro aereo avvenuto per un errore di comunicazione tra piloti e torre di controllo a Tenerife nel 1977. O meglio, prima esistevano già delle regole e delle linee guida: il primo esempio di terminologia creata per una comunicazione chiara è l’alfabeto fonetico della NATO e poi c’è stato un linguaggio apposito creato dall’Organizzazione dell’Aviazione Civile negli anni ’50.
A seguito dell’incidente, però, nacque l’esigenza di creare vero e proprio linguaggio che non potesse dare adito ad ambiguità. Alcune delle frasi, si pensi, che provengono dal gergo militare e tutto ruota attorno all’inglese, una lingua ormai internazionale.
Quali sono le parole più utilizzate dall’equipaggio aereo
Il linguaggio in aereo è molto specifico, ricco di terminologie proprie ed è diviso in una parte tecnica, con parole e frasi che riguardano l’altitudine e il volo; una parte dedicata agli eufemismi, che tendono ad alleggerire l’esperienza dei viaggiatori, e una parte più divertente, in cui hostess e piloti amano definire in modo più buffo le cinture di sicurezza, per esempio, utilizzando parole come “groin scan” che da traduzione letterale significherebbe “esame all’inguine”.
Ecco che allora una tempesta importante, sempre secondo questo linguaggio, viene definita come “Area of Weather” mentre una piccola turbolenza viene chiamata “Air Pocket”. Se per caso, in volo, captate una parola come “First Officer” allora sappiate che questo è il primo ufficiale, mentre F/A ovvero “flight attendant” è l‘assistente di volo.
Tra le curiosità, ancora, quando una hostess si mette un lucidalabbra al termine del volo (prima di salutare i passeggeri) viene definita “Landing lips” mentre “Lounge Lizard” è un assistente di volo che deve passare la notte dormendo in aeroporto. Un linguaggio unico e davvero interessante.