La scoperta delle rovine della città di “Emet” si aggiunge all’ondata di ritrovamenti archeologici fatti in Egitto e getta nuova luce su un lasso di tempo specifico della civiltà lungo il Delta del Nilo, quello compreso tra il tardo periodo fino all’epoca romana. A svolgere un ruolo di primo piano è stato un team di archeologi egiziani e britannici, quest’ultimi provenienti dall’Università di Manchester che, al termine dell’attuale campagna di scavi svolta nell’area di Tell el-Faraoun (Tell Nabasha), nel centro di Husseiniya, ha portato alla luce abitazioni a più piani, granai e una strada cerimoniale legata al culto della dea cobra Wadjet.
“Queste case-torre si trovano principalmente nel Delta del Nilo tra il periodo tardo e l’epoca romana e sono rare nel resto dell’Egitto“, ha dichiarato il dottor Nielsen, a capo della campagna di scavi. Inoltre ha aggiunto: “La loro presenza qui dimostra che Emet era una città fiorente e densamente edificata, con un’infrastruttura urbana complessa.”