Il Lazio è una regione famosissima in tutto il mondo, e il merito è certamente della presenza di Roma. Tuttavia, allontanandosi un po’ dalla terraferma, questo territorio mostra un lato diverso, meno noto di quello della Capitale ma altrettanto affascinante: le sue isole.
Da queste parti, tra mare cristallino, scogliere selvagge e borghi che sembrano rimasti fermi nel tempo, si nascondono piccoli paradisi che, in alcune circostanze, sono lontani dal caos. Ponza, Ventotene, Palmarola e le altre gemme dell’arcipelago laziale offrono un’esperienza autentica, fatta di silenzi, tramonti infuocati e un ritmo che sa di estate vera. Ecco quali sono le migliori isole della regione in cui andare durante la bella stagione.
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Ponza, la regina dell’estate
Definire Ponza un’isola è quasi riduttivo: è un mondo a sé, sospeso tra il profumo intenso di timo selvatico e il suono delle onde che si infrangono sulle sue scogliere di tufo rosa. Situata a circa 36 miglia nautiche dalla costa di Anzio, nel cuore dell’arcipelago pontino, si apre come un anfiteatro naturale sul mare, con calette nascoste che sembrano create per chi cerca un angolo tutto per sé.
Il modo migliore per esplorarla è perdendosi nei vicoli di Le Forna, il borgo meno turistico, dove le case color pastello si mescolano a una vita quotidiana fatta di pesca, piccoli mercati e chiacchiere all’ombra degli ulivi. Qui il mare è particolarmente trasparente e le spiagge, come Cala Feola o Frontone, sono un’oasi di tranquillità lontana dai circuiti più battuti.
Decisamente interessante è anche la cosiddetta “Grotta della Maga Circe”, nascosta sotto Punta della Guardia, accessibile solo con una piccola barca o a nuoto per chi si sente coraggioso. Un luogo bellissimo e avvolto da una curiosa leggenda: si narra che l’energia del mare sia così potente da far dimenticare il mondo fuori.
Ponza, tuttavia, non è solo mare perché l’isola nasconde anche un patrimonio storico affascinante, dalla vecchia tonnara (attualmente non visitabile), simbolo di un’economia che oggi è solo un ricordo, alle rovine romane sparse sul territorio. Senza contare il vino locale, il bianco di Ponza, che gli abitanti del luogo custodiscono gelosamente e che verrà offerto in ogni cena, come un brindisi all’autenticità.
È bene sapere, tuttavia, che in alta stagione può diventare molto affollata, con traffico e difficoltà a trovare parcheggio o alloggio senza prenotare con largo anticipo.
Ventotene, piccolo gioiello
C’è poi la graziosa Ventotene, un piccolo gioiello a circa 28 miglia nautiche da Formia. Nonostante abbia dimensioni di meno di 2 km quadrati, qui c’è una storia che pesa più di un continente. Lontana dal chiasso di Ponza, Ventotene ha quel ritmo lento che avvolge appena si scende dal traghetto, come un respiro profondo dopo giorni di città.
Le sue minute dimensioni possono però far incontrare alcune difficoltà: i servizi sono limitati, soprattutto fuori stagione, e per trovare un alloggio è fondamentale prenotare mesi prima.
L’isola non è fatta per chi cerca spiagge affollate o locali notturni sfrenati, ma per chi desidera entrare in sintonia con il mare e la terra, scoprire la storia nascosta dietro ogni angolo. Nel corso della sua storia, Ventotene è stata colonia romana, prigione e luogo di esilio: i resti di Villa Giulia, l’antica residenza imperiale, raccontano di imperatori e prigionieri, di destini intrecciati al mare che la circonda.
La vera magia però sta nei dettagli, come le piccole calette raggiungibili solo a piedi o via mare, dove l’acqua è così limpida da far sembrare di nuotare in una piscina naturale. Cala Rossano e Cala Nave sono due di queste perle, perfette per chi vuole isolarsi senza perdere un briciolo di bellezza.
E poi c’è la gente di Ventotene, schietta e accogliente, che racconta della pesca che ancora oggi è parte della vita quotidiana, delle vecchie tradizioni e del vino locale, il bianco di Ventotene, meno noto ma altrettanto intenso come quello di Ponza.
Palmarola, selvaggia e riservata
Un luogo davvero sorprendente è Palmarola, soprattutto quando si pensa di aver già visto tutto. Situata a pochi chilometri da Ponza, è un angolo del Lazio dove il tempo sembra essersi fermato, incorniciato da scogliere a picco e insenature selvagge che il turismo di massa non ha mai sfiorato. Selvaggia e riservata, è priva di strade asfaltate e villaggi brulicanti di gente.
L’unico modo per esplorarla è seguire i sentieri che si arrampicano tra macchia mediterranea e rocce bianche, oppure arrivare dal mare, navigando intorno alle sue grotte profonde e calette isolate. I pescatori del posto sono soliti raccontare che qui le acque sono tra le più cristalline del Tirreno, perfette per lo snorkeling e le immersioni, e non è un caso che molti le considerino un piccolo paradiso sommerso.
Poi ci sono le grotte, come quella del Bue Marino e la Cattedrale, due cavità naturali che lasciano senza parole, con giochi di luce, acqua trasparente e pareti scolpite dal tempo. Palmarola è anche un rifugio per uccelli migratori e una riserva naturale protetta, il che significa che ogni passo va fatto con rispetto, assaporando il silenzio e l’aria pulita.
Zannone, quasi un altro pianeta
Anche se ufficialmente parte dell’arcipelago pontino, a Zannone pare di essere atterrati su un altro pianeta. Si fa spazio a nord-ovest di Ponza, a meno di mezz’ora di barca, ed è l’unica isola del gruppo completamente disabitata e protetta. Essa, infatti, “appartiene” al Parco Nazionale del Circeo, e non ci sono bar, ombrelloni o comfort di qualsiasi tipo.
Zannone è piccola, poco più di un chilometro quadrato, ma è uno di quei posti in cui ogni metro racconta qualcosa. Le sue foreste di lecci, i sentieri scavati nella roccia, le scogliere che cadono a picco sul mare la rendono un paradiso per chi ama il trekking, l’osservazione naturalistica o, semplicemente, il vuoto lasciato dall’assenza umana.
Il territorio è anche avvolto da numerose leggende, come quella della villa abbandonata in cima all’isola, un tempo rifugio di una famiglia nobile francese negli anni ’60 e ’70, poi lasciata al suo destino. Dicono che lì dentro il tempo si sia fermato, tra resti di mobili, pareti scrostate e il rumore costante del vento.
Per arrivarci serve il permesso del Parco e spesso una guida, ma vale la pena, anche perché il panorama che si apre dalla sommità è uno dei più incredibili del Tirreno.
Zannone non è per tutti perché non offre comodità. Chi viene qui però ha l’opportunità di vivere un’esperienza cruda e profonda, quasi spirituale. È l’isola per chi desidera il silenzio assoluto e il contatto diretto con la terra e il mare.