Ravenna non è una città qualsiasi. È un luogo sospeso nel tempo, dove la bellezza si nasconde nei dettagli e ogni pietra racconta un passato glorioso. È qui che la potenza dell’Impero Romano d’Occidente ha vissuto i suoi ultimi splendori, ed è qui che l’arte bizantina ha trovato la sua massima espressione fuori dai confini orientali. Ma Ravenna è anche una città viva, accogliente, dove la spiritualità si fonde con la quotidianità, e il ritmo del vivere lento accompagna ogni passo, ogni sguardo, ogni respiro. Visitare Ravenna in un solo giorno è una sfida, ma anche un viaggio emozionante. In un itinerario ben studiato, è possibile attraversare secoli di storia, lasciandosi incantare dai mosaici, dalle architetture, dai sapori e dalle atmosfere uniche che questa città sa offrire. Le sue meraviglie non gridano, non abbagliano con clamore: si svelano con grazia, e chi sa osservare resta inevitabilmente affascinato.
Indice
Tappa 1: Basilica di San Vitale
L’inizio perfetto non può che essere la Basilica di San Vitale. Entrarvi è come varcare la soglia di un altro mondo. L’esterno sobrio, in laterizio nudo, non lascia intuire la ricchezza che accoglie il visitatore appena superato l’ingresso. La struttura ottagonale, insolita e maestosa, si apre in un crescendo di prospettive e luci che culminano nella zona absidale, dove si concentra una delle più impressionanti raccolte di mosaici del mondo.
Il mosaico dell’abside, con l’imperatore Giustiniano accompagnato dal suo seguito e la figura di Teodora, la sua imperatrice, è uno dei simboli più conosciuti dell’arte bizantina. I personaggi, pur immobili e frontali, sembrano animati da una luce interiore, una solennità che va oltre l’estetica. I colori, gli ori, i dettagli delle vesti e dei volti compongono un linguaggio visivo di straordinaria forza spirituale. Non si tratta soltanto di decorazione: è un messaggio di fede, potere e trascendenza. In questa basilica, l’arte non è solo bellezza, ma preghiera, meditazione, incontro con il divino.

Tappa 2: il Mausoleo di Galla Placidia
Proprio accanto a San Vitale, in un angolo appartato che sembra quasi un segreto ben custodito, si trova il Mausoleo di Galla Placidia. L’esterno è semplice, quasi dimesso, e non lascia immaginare lo splendore nascosto all’interno. Ma appena si varca la soglia, si viene avvolti da una penombra carica di magia. Le pareti e la volta esplodono in un gioco di luci e colori che culmina nella cupola stellata, dove un cielo blu profondo è punteggiato da decine di stelle dorate. La sensazione è quella di essere sospesi tra la terra e l’eternità. Non è difficile comprendere perché questo luogo sia spesso definito come uno degli spazi più suggestivi della cristianità antica. Il silenzio che lo avvolge, rotto solo dal lieve eco dei passi, rende l’esperienza quasi mistica. Qui, tra i mosaici che raffigurano cervi che si abbeverano, croci dorate, santi e simboli cristiani, ci si sente trasportati fuori dal tempo. Il mausoleo, voluto dalla stessa Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, non è solo una tomba imperiale, ma una preghiera in pietra e luce.
Tappa 3: la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo
Continuando la passeggiata verso il centro storico, si incontra un altro dei grandi capolavori di Ravenna: la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. L’edificio fu voluto dal re goto Teodorico come chiesa palatina del suo regno. Inizialmente destinata al culto ariano, fu poi consacrata al culto ortodosso dopo la riconquista bizantina, e ciò che oggi si ammira è il risultato di questa complessa stratificazione storica. Entrando nella basilica, l’occhio viene subito catturato dai due lunghi pannelli musivi che si estendono per tutta la navata centrale. Da una parte, le Vergini in processione guidate dai Re Magi verso la Madonna col Bambino; dall’altra, i Martiri che avanzano verso Cristo in trono. Le figure sembrano sfilare in un eterno movimento, statico solo in apparenza, ma carico di narrazione. Le scene della vita di Cristo, i palazzi, le navi e i paesaggi offrono uno spaccato prezioso dell’immaginario e della vita dell’epoca. Questa basilica è un racconto a cielo aperto, un vangelo visivo che parla al fedele e al visitatore con la stessa intensità. Qui la parola si fa immagine, e l’immagine diventa memoria collettiva.

Tappa 4: Pausa pranzo nel cuore della Romagna
Dopo tanto stupore artistico, è naturale che nasca il desiderio di nutrire anche il corpo, e Ravenna sa come accogliere il visitatore anche a tavola. La cucina romagnola è schietta, generosa, legata alla terra e alla tradizione. Fermarsi in una trattoria del centro, come Ca’ de Ven, con le sue volte affrescate e i vini locali, è un’esperienza che appaga tutti i sensi. I sapori sono intensi, sinceri, senza sofisticazioni inutili. I cappelletti in brodo riportano alla cucina delle nonne, dove ogni gesto aveva un significato. La piadina, calda e fragrante, è il pane identitario della regione, che si sposa con i formaggi morbidi e i salumi saporiti: in centro un posto dove la fanno molto bene è Profumo di Piadina in via Cairoli 24.
Le tagliatelle al ragù, con la pasta ruvida e il sugo corposo, raccontano storie di famiglia e domeniche d’inverno. Un bicchiere di Sangiovese o di Albana completa il pasto con la nota giusta: profonda, persistente, conviviale. Da provare i vari spazi per mangiare all’interno del Mercato Coperto in Piazza Andrea Costa o la tradizionale Osteria dei Battibecchi in Via della Tesoreria Vecchia 16. Se si preferisce un locale più raffinato e ricercato restando nel centro storico, puoi provare il ristorante Alexander in via Bassa del Pignataro 8.
Tappa 5: la Tomba di Dante
Poi si può riprendere il cammino, questa volta verso un luogo di profonda risonanza simbolica: la Tomba di Dante Alighieri. Incastonato in un angolo silenzioso del centro, il piccolo mausoleo neoclassico custodisce le spoglie del Sommo Poeta, morto a Ravenna nel 1321. Lontano dalla sua amata ma ingrata Firenze, Dante trovò in Ravenna un rifugio, un luogo dove completare la sua opera più grande. Ancora oggi, ogni anno, Firenze invia l’olio per alimentare la lampada votiva che arde perpetuamente accanto alla sua tomba: un gesto semplice ma carico di significato, quasi una richiesta di perdono postuma. Il luogo invita al raccoglimento. Non ci sono orpelli, né ostentazioni: solo la pietra, il silenzio e la presenza intatta della poesia.

Tappa 6: la Biblioteca Classense e la zona Dantesca
A pochi passi dalla tomba, si apre un altro mondo: quello della cultura scritta, custodita nella Biblioteca Classense. Fondata nel XVIII secolo in un ex monastero camaldolese, questa biblioteca è molto più di un luogo di studio. È un tempio del sapere, dove gli scaffali carichi di volumi antichi, i saloni riccamente decorati, i chiostri e le sale di lettura raccontano l’amore per la conoscenza e la memoria. Passeggiare nella zona Dantesca significa perdersi tra lapidi commemorative, giardini ombreggiati, targhe letterarie che citano versi celebri. È un luogo dove si percepisce la presenza discreta della cultura, quella che non si impone ma accompagna. Ogni angolo sembra suggerire una riflessione, un ricordo, una poesia.
Tappa 7: Il Battistero Neoniano
La giornata volge al termine, ma c’è ancora tempo per una delle tappe più toccanti: il Battistero Neoniano. Questo edificio, tra i più antichi della cristianità occidentale, custodisce una cupola decorata con uno dei più raffinati mosaici tardo-antichi. Il tema è il battesimo di Cristo nel fiume Giordano, rappresentato con realismo e simbolismo insieme. Il volto di Giovanni Battista, l’acqua che scorre, gli apostoli che osservano: ogni elemento contribuisce a creare un’atmosfera di sacra bellezza. La luce filtra dall’alto e si riflette sulle tessere musive, creando riflessi che mutano con il passare delle ore. Si ha l’impressione di trovarsi in un luogo dove il tempo non esiste più, solo la luce e l’acqua, i due elementi fondamentali del battesimo e della rinascita. Chiude così un percorso che è stato non solo turistico, ma spirituale, umano, estetico.

Tappa 8: Passeggiata tra le botteghe
Se resta ancora un po’ di tempo, non c’è modo migliore per concludere la giornata che perdersi tra le vie del centro: Via Cavour, Via Diaz, Via Ricci. Le vetrine si accendono, i bar si riempiono di voci e bicchieri tintinnanti, l’aroma del caffè e del gelato artigianale si mescola con l’aria della sera. I negozi di design locale, le botteghe artigianali, le librerie indipendenti offrono un’altra Ravenna, fatta di creatività, gusto e passione. Sedersi in una piazza, magari con un aperitivo in mano e lo sguardo rivolto a un campanile che si staglia nel cielo rosa del tramonto, è il modo migliore per salutare la città.
Cosa vedere nei dintorni di Ravenna
Chi ha la fortuna di poter restare un giorno in più, scoprirà che Ravenna non finisce con il suo centro storico. A pochi chilometri, la Basilica di Sant’Apollinare in Classe si erge solitaria tra i campi, con il suo abside che racchiude un altro capolavoro musivo, dominato dalla figura del santo e da una croce gemmata immersa in un paesaggio paradisiaco. Più a nord, la laguna di Comacchio e le Valli del Delta offrono un paesaggio completamente diverso, fatto di canali, fenicotteri, pescatori e silenzi acquatici. E se si desidera un tocco di modernità o un tuffo nel divertimento, il parco di Mirabilandia, le spiagge dei Lidi ravennati e le pinete secolari completano l’offerta di un territorio davvero unico. Tra le località sul mare meritano attenzione Punta Marina, Marina di Ravenna, oppure le zone di Cervia, Cesenatico e Milano Marittima.