Cammino Primitivo: tutte le tappe e cosa sapere prima di partire

Guida completa al Cammino Primitivo: tappe, difficoltà, consigli pratici e storia del più antico itinerario verso Santiago de Compostela.

Pubblicato: 23 Giugno 2025 16:53

Greta Lomaestro

Content Advisor & Travel Expert

Laureata in Lingue, Letterature e Civiltà Euroamericane, è specializzata nella redazione di contenuti. Da sempre appassionata di viaggi e di montagne, ha nel cuore le nostre Alpi ma anche l'Islanda, il Nepal e i Grandi Parchi dell'Ovest americano.

Il Cammino Primitivo, o Camino del Norte del Interior, è la via più antica verso Santiago de Compostela. Chiamato anche Camino Astur-Galaico del Interior, questo itinerario si distingue per il suo valore storico e la natura selvaggia che lo circonda. È considerato il tracciato originario percorso dal primo pellegrino documentato: il re Alfonso II delle Asturie.

Il percorso ha inizio a Oviedo, cuore delle Asturie e crocevia spirituale medievale, e si snoda attraverso i monti e le valli del nord-ovest spagnolo fino a Lugo, città fortificata galiziana famosa per le sue mura romane ancora intatte. A Melide, il Cammino Primitivo confluisce nel più noto Cammino Francese per gli ultimi passi verso la maestosa Cattedrale di Santiago de Compostela.

Scegliere questo itinerario significa intraprendere un viaggio più solitario, più duro, ma anche più intimo e spirituale: una vera immersione nella storia del pellegrinaggio cristiano.

Dove si trova

Il Cammino Primitivo attraversa il cuore verde e montuoso del nord della Spagna, snodandosi tra le regioni delle Asturie e della Galizia. Questo antico tracciato percorre in gran parte sentieri sterrati e mulattiere di montagna, alternando boschi fitti, creste panoramiche e villaggi dimenticati dal tempo. L’asfalto è un’eccezione e compare solo nelle fasi conclusive del cammino, rendendo il percorso particolarmente suggestivo e autentico.

Questo cammino è profondamente immerso nella natura selvaggia e nella memoria storica. Si cammina su antiche vie romane, si attraversano valichi appenninici e si entra in contatto con paesaggi incontaminati, spesso percorsi solo da pellegrini determinati e camminatori esperti.

A differenza del più affollato Cammino Francese, il Primitivo offre silenzio, solitudine e contemplazione. I piccoli borghi, le cappelle medievali e la scarsità di strutture moderne conferiscono un’atmosfera ascetica e intima. Tuttavia, è importante sapere che si tratta di uno degli itinerari più impegnativi: i dislivelli sono marcati, i servizi limitati e le tappe spesso lunghe. Per questo motivo, è particolarmente adatto a chi cerca una sfida fisica ed emotiva, lontana dai circuiti più turistici.

Le tappe del Cammino Primitivo

Il Cammino Primitivo si percorre in circa 13 giorni, per un totale di 320 km e un dislivello complessivo di oltre 17.000 metri. Le tappe sono spesso impegnative per via del terreno irregolare e delle salite, ma ben distribuite. Di seguito, l’elenco tappa per tappa, con indicazioni tecniche e note pratiche utili per chi si mette in cammino:

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La storia e i luoghi simbolo del Cammino Primitivo

Il nome “Primitivo” non è casuale: si riferisce al fatto che questo è il primo cammino di pellegrinaggio verso Santiago di cui si abbia testimonianza storica. Fu Alfonso II il Casto, re delle Asturie, a intraprenderlo nell’anno 829, dopo aver ricevuto notizia del ritrovamento delle spoglie dell’apostolo Giacomo. Partì da Oviedo, sua capitale, e raggiunse il monte Libredón, dove oggi si trova la Cattedrale di Santiago. Lì ordinò la costruzione della prima chiesa dedicata all’apostolo e contribuì in modo decisivo alla diffusione del culto jacobeo, sostenendo anche la fondazione di una comunità monastica stabile.

Il legame con la storia è evidente fin dalle prime tappe del percorso, che attraversano luoghi religiosi e culturali di grande valore. Tra i principali punti simbolici lungo il cammino:

Questi luoghi testimoniano la profonda radice storica e spirituale del Cammino Primitivo, che non è solo un percorso naturalistico, ma anche un viaggio nel cuore della cultura altomedievale della Penisola Iberica.

Informazioni pratiche e consigli utili

Percorrere il Cammino Primitivo richiede una buona preparazione fisica e organizzativa, soprattutto per via della sua difficoltà altimetrica e della relativa scarsità di servizi in alcune tratte, in particolare nelle prime tappe. Non è un cammino da improvvisare, ma nemmeno riservato solo a camminatori esperti: con la giusta attrezzatura e una pianificazione ragionata, è affrontabile da chiunque abbia un minimo di esperienza.

Il periodo migliore per mettersi in cammino è la tarda primavera (maggio-giugno) o l’inizio dell’autunno (settembre). In questi mesi le giornate sono lunghe, le temperature miti e le piogge meno frequenti, il che riduce il rischio di fango nei tratti boscosi e montani. Anche luglio e agosto sono possibili, ma conviene evitare le ore centrali del giorno per il caldo e tenere conto di una maggiore affluenza lungo le ultime tappe, dove il Primitivo si fonde col Cammino Francese. L’inverno, invece, può presentare condizioni critiche: piogge abbondanti, tratti fangosi, scarsa luce e rischio neve nei punti più elevati, come la Ruta de los Hospitales.

Ecco alcuni consigli utili per affrontare il cammino in sicurezza e con maggiore serenità:

Il Cammino Primitivo è una sfida, ma anche un’occasione per imparare a gestire fatica, tempo e risorse. Con una buona preparazione, diventa un’esperienza appagante e memorabile.

Regolamento e permessi

Per percorrere il Cammino Primitivo non è necessario alcun permesso ufficiale o autorizzazione. Tuttavia, per essere riconosciuti come pellegrini e accedere a determinati servizi lungo il cammino — in particolare agli albergues municipali — è indispensabile avere con sé la Credenziale del Pellegrino. Si tratta di un libretto ufficiale in cui vengono apposti i timbri delle strutture attraversate, come rifugi, chiese, bar o ostelli. È consigliabile far timbrare la credenziale almeno due volte al giorno nelle ultime tappe, per poter ottenere, una volta giunti a Santiago, la Compostela, il certificato che attesta l’avvenuto pellegrinaggio.

La credenziale può essere richiesta presso le parrocchie, le associazioni jacobee, alcuni albergues o direttamente alla Cattedrale di Oviedo. Portarla con sé è utile anche per identificarsi come pellegrini in caso di necessità.

Dove dormire sul Cammino Primitivo

Le opzioni di alloggio lungo il Cammino Primitivo variano in base alle tappe, ma vanno pianificate con attenzione, soprattutto nelle prime giornate dove la densità abitativa è bassa e le strutture sono poche. Nelle località principali di fine tappa si trovano:

Tra i principali centri dove è possibile pernottare ci sono: Oviedo, Grado, Salas, Tineo, Borres, Berducedo, Grandas de Salime, A Fonsagrada, O Cádavo, Lugo, Ferreira, Melide, O Pedrouzo e Santiago de Compostela. In alcune tappe intermedie minori possono esserci solo uno o due alloggi, quindi conviene verificare con anticipo e, nei mesi di maggiore affluenza, considerare la prenotazione.

Dove mangiare lungo l’itinerario

Il Cammino Primitivo è anche un’occasione per scoprire la gastronomia tradizionale delle Asturie e della Galizia, regioni con identità culinarie forti e distinte.

Nelle Asturie, si trovano piatti sostanziosi, ideali per chi ha bisogno di reintegrare dopo una giornata di cammino: la celebre fabada asturiana, a base di fagioli e carne affumicata, è un classico; così come il pungente queso Cabrales, spesso servito con pane e sidro. In Galizia, si passa a una cucina più leggera e marinara: immancabile il pulpo a la gallega, servito con olio e paprika su un tagliere di legno, insieme ad altri piatti tipici come l’empanada gallega e il cocido.

Lungo il percorso, quasi tutti i paesi offrono almeno un bar o ristorante dove pranzare o cenare. In molte tappe si trova il cosiddetto menú del peregrino, pasto completo a prezzo fisso (in genere tra 10 e 15 euro), che comprende primo, secondo, dolce o frutta, pane, acqua e vino.

Per la colazione o piccoli spuntini durante la giornata, è utile avere sempre con sé della frutta secca, biscotti, panini o barrette, soprattutto nelle tappe più isolate.

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