Da L’Aquila al Gargano: le tappe del Cammino della Pace

Guida completa al Cammino della Pace: tappe, consigli pratici, luoghi d’interesse e piatti tipici tra Abruzzo, Molise e Puglia.

Pubblicato: 24 Giugno 2025 11:42

Greta Lomaestro

Content Advisor & Travel Expert

Laureata in Lingue, Letterature e Civiltà Euroamericane, è specializzata nella redazione di contenuti. Da sempre appassionata di viaggi e di montagne, ha nel cuore le nostre Alpi ma anche l'Islanda, il Nepal e i Grandi Parchi dell'Ovest americano.

Il Cammino della Pace è un itinerario che attraversa l’Italia centrale e meridionale sulle orme di santi, pellegrini, monaci e pastori. Parte dalla basilica di Santa Maria di Collemaggio, nel cuore dell’Aquila, e giunge fino alla sacra grotta di Monte Sant’Angelo, seguendo sentieri montani, tratturi millenari, borghi medievali e santuari incastonati nella roccia. Un viaggio che unisce tre regioni — Abruzzo, Molise e Puglia — attraversando paesaggi naturali di straordinaria bellezza e luoghi carichi di spiritualità e memoria.

Lungo il cammino si incontrano eremi silenziosi, abbazie benedettine, conventi francescani e tracce di transumanze antiche. Ma soprattutto, si cammina per ritrovare senso, equilibrio e riconciliazione: con sé stessi, con gli altri, con la terra. Il nome non è casuale — la pace è la meta e il cammino insieme.

La storia del Cammino

Il Cammino della Pace nasce come sintesi tra le rotte del pellegrinaggio religioso e la memoria civile del Centro-Sud italiano. Le sue radici affondano nel Medioevo, quando il tratturo era il solco lasciato dal passaggio dei pastori transumanti e dei pellegrini diretti verso Monte Sant’Angelo, importante meta micaelica frequentata già dal VI secolo. Su questi stessi percorsi camminarono anche frati, santi e penitenti attratti dai luoghi di culto come la basilica di Collemaggio, il santuario di San Giovanni in Venere, gli eremi della Maiella o l’abbazia di San Clemente a Casauria.

Ma è anche un cammino che intreccia la storia della resistenza e della pace. Passa da zone segnate dai drammi del Novecento, da monasteri che accolsero sfollati e partigiani, e da santuari dove la fede si fece rifugio e denuncia. È proprio da questo intreccio di spiritualità e memoria che nasce il nome del cammino: un invito a percorrere l’Italia interna non solo per devozione, ma per ricostruire legami, onorare la memoria e praticare la pace, tappa dopo tappa, passo dopo passo.

Le tappe del Cammino

Il Cammino della Pace si snoda lungo oltre 600 chilometri di sentieri, tratturi e strade secondarie, attraversando paesaggi montani, borghi arroccati, valli silenziose e tratti costieri dal fascino incontaminato. Ogni tappa rappresenta un piccolo viaggio a sé, un’occasione per immergersi nella natura, scoprire storie locali, visitare luoghi di culto e sostare in centri ricchi di accoglienza e tradizioni.

Il percorso è suddiviso in 29 tappe principali, cui si aggiungono alcune varianti montane per chi desidera un’esperienza più immersiva e fisicamente impegnativa:

I luoghi imperdibili

Il Cammino attraversa un territorio ricchissimo di storia, natura e spiritualità, offrendo al viandante una straordinaria varietà di luoghi di interesse. Si parte da L’Aquila, con la maestosa basilica di Santa Maria di Collemaggio, e si segue il corso del fiume Aterno tra necropoli italiche, come quella di Fossa, e resti archeologici come l’antica Peltuinum, città vestina poi romanizzata.

Si incontrano borghi medievali intatti come Bominaco, con il suo straordinario complesso benedettino, e Capestrano, dominato dal castello Piccolomini e celebre per il celebre Guerriero rinvenuto nelle sue necropoli. Il percorso costeggia il fiume Tirino, uno dei più limpidi d’Europa, e tocca luoghi sacri come l’abbazia di San Clemente a Casauria, gioiello del romanico abruzzese.

Entrando nel Parco Nazionale della Maiella, il paesaggio si fa montano e mistico: tra le faggete e i pascoli d’alta quota si trovano eremi rupestri come San Bartolomeo in Legio, Sant’Onofrio e San Giovanni all’Orfento, mete di meditazione per eremiti e santi. Le città di Guardiagrele, Lanciano e San Giovanni Rotondo arricchiscono il cammino con il loro patrimonio artistico e religioso, legato in particolare alla figura di Padre Pio.

Il cammino culmina a Monte Sant’Angelo, con il celebre santuario micaelico scavato nella roccia, punto di arrivo carico di suggestione per chi ha attraversato gli Appennini fino al promontorio del Gargano. Tra vestigia romane, santuari, abbazie e paesaggi naturali incontaminati, ogni tappa è un invito alla scoperta e alla contemplazione.

Cosa sapere prima di intraprendere il Cammino

Per affrontare il cammino in sicurezza e con consapevolezza, è utile conoscere in anticipo alcune indicazioni pratiche su equipaggiamento, gestione dell’acqua e logistica:

I piatti tipici da gustare

Il cammino attraversa territori dall’identità gastronomica forte e variegata, dove le ricette della tradizione si intrecciano con la ruralità e la montagna. In Abruzzo, tra L’Aquila, la valle dell’Aterno e la Maiella, spiccano piatti come gli arrosticini di pecora, cotti alla brace e serviti con pane e olio, le sagne e ceci, pasta fatta a mano con legumi, e le pallotte cace e ove, polpette fritte a base di formaggio e uova in sugo di pomodoro.

Tra i primi piatti si distinguono anche i maccheroni alla chitarra, spesso conditi con sughi di carne d’agnello. Nei borghi della Maiella e del chietino si trovano minestre rustiche, formaggi a latte crudo, pane cotto con erbe spontanee e zuppe contadine. Avvicinandosi al Molise, il gusto si fa ancora più robusto: è qui che si incontra la ventricina, salume saporito e speziato, protagonista di panini e antipasti, e si riscoprono piatti come la pezzata (carne di pecora bollita con verdure), i cavatelli con sugo di carne e i dolci secchi come i mostaccioli.

Infine, nella parte garganica della Puglia, la cucina si apre a influenze mediterranee: orecchiette, panzerotti, verdure ripiene, latticini freschi come la ricotta forte o la burrata, fino ai profumi del mare che iniziano ad affacciarsi nei pressi del litorale. A ogni tappa, sapori semplici e intensi raccontano storie antiche, da assaporare con lentezza, proprio come il cammino.

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